Il censimento della LND-FIGC del 2012 ha registrato n.13.205 di campi di calcio, ma ciò che è più importante è che la maggior parte di essi sono in erba naturale (circa 8.907 - 67,50%) di cui gran parte seminati nel terreno di campagna ed in terra battuta (circa 2.698 - 20,40%) mentre quelli in erba sintetica sono di numero inferiore (circa 1.600 - 12,10%).
Il numero di nuovi campi è in continuo aumento, ma negli ultimi anni, probabilmente a causa anche di un limitato budget di spesa, si nota un maggior ritorno ai campi in erba naturale.
Un campo in erba naturale coltivata in terra spesso non supera le 400 ore di gioco con buoni standard di qualità ma ciò che è più importante spesso è sufficiente giocare una partita sotto una forte precipitazione per formare fango in superficie e/o costipare eccessivamente il terreno. Molto spesso i danni provocati in queste condizioni sono irreversibili fino alla fine del campionato e richiedono interventi di manutenzione straordinaria onerosi.
Oggi giorno, per limitare il rischio di sospendere una partita si applicano vari metodi per ottimizzare il drenaggio dell'acqua e ridurre il compattamento del terreno come per esempio:
In entrambi i casi il tempo per lo sviluppo del manto erboso supera abbondantemente i tre mesi della pausa estiva e di norma sono realizzati in una stagione agonistica per essere pronti per quella successiva. In alternativa molto spesso vediamo che gli investitori rincorrono all'uso delle zolle pre-coltivate in vivaio su sabbia per almeno 6 mesi prima, aumentando però il costo per realizzazione e per la successiva manutenzione necessaria per diversi anni per integrare la zolla d'erba infeltrita al nuovo substrato vegetale.
Le ore di gioco sono di norma limitate a circa 400 ore all'anno per buoni standard di qualità senza però garantire l'assenza di buche oppure un campo giocabile in tutte le condizioni meteo. Il campo in terra, pur essendo franco sabbiosa, diventa fangoso e si costipa facilmente se si gioca quando piove mentre il campo in sabbia ha una scarsa resistenza allo strappo delle zolle soprattutto durante il periodo invernale quando le radici sono più deboli.
Daltronde, giocando sul prato naturale, quando l'ancoraggio delle radici è insufficiente, in particolar modo nei substrati sabbiosi durante l'inverno, e/o l'azione del giocatore esercita una pressione eccessiva, le zolle d'erba tendono ad alzarsi e si formano numerose buche pericolose. Il piano di gioco è irregolare e la sicurezza dei giocatori è inferiore. Allo stesso tempo il ripristino delle zolle dopo ogni singola partita è onerosa.
I campi in erba sintetica sono una alternativa per gli investitori che vogliono sfruttare al massimo il campo da gioco. Alcuni acquistano un campo sintetico pensando ad un uso di 24/24 ore al giorno, 7/7 giorni alla settimana magari per tutte le settimane dell'anno. Tanti spesso calcolano comunque un uso potenziale di circa 2000 ore.
Tuttavia, sfruttando il campo circa 220 giorni l'anno per 6 ore al giorno abbiamo un potenziale di circa 1320 ore annue ed in realtà per tutta una serie di motivi politici, climatici, mancanza di utenza, preferenze di orario oppure eccessiva presenza di campi nelle vicinanze è quasi impossibile ottenere la piena occupazione e quando questa supera il 75% è già un successo. Infatti nella maggior parte dei casi abbiamo sempre registrato un utilizzo reale di massimo 1000 ore annue anche in quelli club con numerosi tesserati.
Detto questo, è bene comprendere che anche i campi in erba sintetica sono soggetti ad una accurata manutenzione. I campi di ultima generazione infatti usano i granuli di gomma per intasare l'ultimo strato dell'erba sintetica e rendere la superficie più morbida per il giocatore.
La gomma offre elasticità al manto sintetico ma spesso il ritorno di energia è eccessivo ed i giocatori avvertono dolori alla schiena, maggiori rischi di distorsioni sulla caviglia e ginocchia ma ciò che costituisce il più grande pericolo spesso occulto è l'accumulo di eccessivo calore sulla pavimentazione sportiva che provoca un affaticamento precoce e rischi di esaurimento da calore oltre ovviamente ad abrasioni sulla pelle nel caso di cadute.
Negli ultimi anni in Italia il problema di calore eccessivo è stato ridotto utilizzando il cocco e sughero miscelato con la gomma per trattenere l'umidità e rendere più stabile l'intaso offrendo una interazione migliore del giocatore sulla superficie con un impatto più naturale rispetto alla sola gomma, ma alcuni hanno oltrepassato il limite del buon senso e della correttezza.
E' stato introdotto l'intaso organico vegetale al 100% che prevede l'uso di mix di materiali come il cocco, il sughero, la lolla di riso, il tutolo di mais, la corteccia di pino, la torba di sfagno e diversi altri a completa sostituzione completa della gomma, nel tentativo di eguagliare il comfort di gioco del prato naturale. Anche se esistono casi in cui ci si è avvicinati a questo obiettivo permangono le forti limitazioni circa la durata, i costi di gestione e di manutenzione.
Allo stesso tempo i consumi d' acqua sono rilevanti, superiori ai consumi d' acqua per un campo naturale, poiché l'evapotraspirazione nel terreno nudo in abbinamento all'aumento della temperatura nel manto sintetico è molto maggiore.
Queste problematiche vanificano i supposti pregi del manto artificiale che dovrebbero consistere in durata ed economicità.
L'ipotesi di alcuni produttori di rigenerare l'intaso macinando erba e sottofondo insieme all'intaso originale esausto (il tutto in barba alle norme per il rispetto dell'ambiente) e quindi riseminare il prato naturale così com'era in origine è naturalmente improponibile e semplicemente inutile.
Fu partendo da questi dati che nella primavera del 2011 il dott. Niko Sarris formulò l'idea di costruire un campo in erba naturale fin dal principio, seminando l'erba in un manto sintetico studiato ad hoc, realizzando così un prato armato, capace di resistere fino a 6 ore di gioco giornaliere, cioè quanto basta per soddisfare le esigenze sportive della maggior parte dei club, consistenti in circa 1200 ore all'anno.
Qualche mese più tardi, nel mese di luglio 2011, arriva la prima opportunità nel mercato: realizzare un campo da Rugby in erba rinforzata in alternativa al manto sintetico.
Il budget è limitato e si studiano varie soluzioni per contenere le spese, alla fine si raggiunge il giusto equilibrio e l'interesse aumenta in modo esponenziale: l'idea di un manto erboso ibrido ad alta tecnologia e costi contenuti diviene realtà ed entra nel mercato.
Non resta altro che iniziare un percorso di sperimentazione per individuare una tipologia di erba sintetica adatta e la tipologia delle miscele per il sottofondo e il materiale di riempimento. Dopo numerose prove in azienda, il dott. Niko Sarris raggiunge le prime conclusioni. Studia tutti i problemi e i limiti dei sistemi noti e trova la soluzione tecnica innovativa per garantire la convivenza dell'erba naturale con l'erba sintetica.
Nel febbraio del 2012 PowerGrass è pronto, deposita il brevetto d'invenzione Europeo. Avvia l'attività promozionale per verificare la reazione del mercato e per realizzare i primi campi pilota.
La sorpresa maggiore è stata la reazione dei clienti che delusi dai campi in erba artificiale nutrivano aspettative molto alte. Più tardi, nell'estate del 2012, due campi pilota sono pronti per l'installazione:
I risultati sono stati migliori delle nostre aspettative ed i clienti sono rimasti pienamente soddisfatti della soluzione del manto ibrido PowerGrass confermando il valore del progetto.
Il controllo regolare del campo di calcio riguarda tutta la superficie erbosa. Come ritiene l'Associazione dei Sport Turf Manager un campo naturale deve avere almeno 75% di copertura erbosa, senza ristagni idrici, buche oppure ostacoli pericolosi.
Limite di drenaggio del campo in terra
Da una parte, il campo in terra pur essendo sabbiosa ha un limite di drenaggio
Limite di stabilità del campo in sabbia
Dall'altra parte, la stabilità del campo naturale, in sabbia, ha una vita limitata
Por qué PowerGrassIl controllo delle giunte, lo spessore ed il livellamento dell'intaso sono essenziali per il campo in erba sintetica. Nelle giornate più calde bisogna prestare attenzione per evitare le malattie dovute alla temperatura eccessiva della pavimentazione sportiva.
Por qué PowerGrassNei manti interamente sintetici con l'intaso in gomma, la stessa, salta ad ogni rimbalzo del pallone.
L'intaso organico vegetale tende a galleggiare e muoversi
Nei campi artificiali, il peso specifico dell'intaso organico è troppo basso e galleggia spesso in superficie, quindi viene trasportato a bordo campo, in particolar modo se il sottofondo non drena molto.
Campi sperimentali in Germania
Una buona idea va sempre sperimentata.
Risultati presso i campi sperimentali in Germania
Ed ecco che prima o poi arrivano dei buoni risultati.